L'ultimo saluto 

Il momento più commovente quando Le vengono tolti lo Scettro di Sant’Edoardo, il Globo del Sovrano e la Corona dello Stato Imperiale.

E la bara coperta dallo stendardo reale, sprofonda e scompare nella Cripta della Cappella di San Giorgio, mentre il Pifferaio della Sovrana l'accompagna con la cornamusa sulle note di Sleep, Dearie, Sleep allontanandosi lungo un corridoio in modo che la malinconica melodia svanisca insieme alla Regina.

©Eugenì Effe

Joe  Giddens PA/Wire

                                                 Lilibeth

E' partita per l'ultimo viaggio, Lei che ne aveva fatti tanti nei suoi 96 anni di vita, portando ovunque la sua eleganza.

In questo mondo grigio aveva portato un arcobaleno di colori con i suoi abiti e cappelli colorati diventati un'icona.

Non ero un suo suddito, ma ero affezionata a questa figura che dava un senso di stabilità, un punto di riferimento in questo mondo precario, tanto da sembrare immortale.

Un esempio da ammirare la Sua dedizione al dovere fino all’ultimo dei suoi giorni, fedele al suo giuramento:

"Per tutta la vita breve o lunga che sia."

70 anni di Regno che hanno fatto la storia, la incoronano Leggenda. 

 ©Eugenì Effe

                                                  "Mamy"

L'alba è sorta da poco e la luce del giorno fa capolino.                                    Dalla finestra socchiusa entra la brezza fresca del mattino. La testa posata sul cuscino, gli occhi ancora chiusi, e senti chiamare "Mamy".                      Apri gli occhi, stai per rispondere e allo stesso tempo realizzi che lei non c'è, ha spiccato il volo verso la sua vita.                                                         Com'è giusto. Com'è naturale.                                                                       Ma a te rimane l'assenza.                                                                           ©Eugenì Effe                              

                                           Cuore di Mamma

E poi arriva il giorno in cui tua figlia apre le ali, prende il volo e lascia il nido, e la casa piomba nel silenzio più cupo ed è vuota terribilmente vuota. Al mattino non hai più un bacio, un abbraccio che ti accompagna nella giornata, solo i muri muti. In cucina non vedi più la sua tazza del te, all'ingresso niente borsa o giacca, niente di niente, solo il vuoto e il silenzio tremendo. Un vuoto denso di ricordi, il suono della sua allegra risata, dell'atmosfera positiva che creava intorno a se, i viaggi, le camminate, gli abbracci. Nella sua stanza, le cose rimaste hanno ancora il suo profumo e ti parlano di lei, e le lacrime ti rotolano sul viso. Alla sera non c'è il bacio della buonanotte, ma l'angoscia della solitudine, daresti tutto per sentirla arrivare e chiamarti 'Mamy' e ti manca quel 'Tvtb' più dell'aria che respiri, e ti senti soffocare dalle lacrime che sembrano non finire mai. E resta quel dolore acuto che ti spacca il cuore.                                                                          ©Eugenì Effe