Benvenuti sul mio blog!!!

You're Welcome-DG123400

domenica 18 novembre 2012

                               LA BILANCIA
Una donna, vestita sobriamente, con il volto triste, entrò in un negozio, si avvicinò al padrone ed umilmente gli chiese se poteva prendere alcuni alimenti a credito.
Con delicatezza gli spiegò che suo marito si era ammalato in modo serio e non poteva lavorare e i loro sette figli avevano bisogno di cibo.
Il padrone non accettò e le intimò di uscire dal negozio.
Conoscendo la reale necessità della sua famiglia, la donna supplicò: “Per favore, signore, glielo pagherò non appena posso”.Il padrone ribadì che non poteva farle credito, e che lei poteva rivolgersi ad un altro negozio.

In piedi, vicino al banco, si trovava un giovane sacerdote che aveva ascoltato la conversazione tra il padrone del negozio e la donna.
Il sacerdote si avvicinò e disse al padrone del negozio che avrebbe pagato quello che la donna avrebbe preso per il bisogno della sua famiglia.
Allora il padrone, con voce riluttante, chiese alla donna: “Ha la lista della spesa?” La donna disse “Sì, signore”.
“Bene!” disse il padrone.“Metta la sua lista sul piatto della bilancia e le darò tanta merce, quanto pesa la sua lista”.
La donna esitò un attimo e, chinando la testa, cercò nel suo portafoglio un pezzo di carta, scrisse qualcosa e poi posò il foglietto su un piatto della bilancia.
Gli occhi del padrone e del sacerdote si dilatarono per lo stupore, quando videro il piatto della bilancia, dove era stato posato il biglietto, abbassarsi di colpo e rimanere abbassato.
Il padrone del negozio, fissando la bilancia, disse: “E’ incredibile!”.
Il giovane sacerdote sorrise, e il padrone cominciò a mettere sacchetti di alimenti sull’altro piatto della bilancia.
Pur continuando a mettere molti alimenti, il piatto della bilancia non si muoveva, fino a che si riempì.
Il padrone rimase profondamente stupito.
Alla fine, prese il foglietto di carta e lo fissò ancora più stupito e confuso...
Non era una lista della spesa! Era una preghiera, che diceva:
Mio Dio, Tu conosci la mia situazione e sai ciò di cui ho bisogno: Metto tutto nelle tue mani!
Il padrone del negozio, in silenzio, consegnò alla donna tutto ciò che aveva messo nel piatto della bilancia.
La donna ringraziò e uscì dal negozio.
Il giovane sacerdote, consegnando una banconota da cinquanta disse al padrone:

“Ora sappiamo quanto pesa una preghiera”.
Il nome di quel sacerdote era
KAROL WOJTYLA.


domenica 11 novembre 2012

                                     Novembre
                      

giovedì 8 novembre 2012

                                           L'ultimo saluto
Il vento soffia e gira una pagina del grande libro della vita, sulla felicità di una nascita e la gioia di un matrimonio, e la gira colma di lacrime sul saluto di quell'ultimo viaggio...            
su quel suono di campane a morto...
Hai lottato con tutte le tue forze, prima d'arrenderti in una notte calda  di questo autunno, prima di poter vedere l'uva matura nella tua vigna che tanto curavi. 

La malattia ti ha portato via. 
In realtà, te ne eri già andato da tempo, isolato in un mondo di tempi e spazi solo tuo, fatto di suoni ovattati e colori sbiaditi dalla vecchiaia. Eppure, quando potevi stare sulla tua poltrona di velluto damascato,
le mani segnate dal duro lavoro di una vita adagiate in grembo, scaldavi la casa con la tua sola presenza, come un caldo focolare acceso nel freddo inverno.
Adesso la tua casa è vuota,
e il silenzio avvolge ogni cosa, nessuna voce, nessun respiro, nessun rumore di passi.
Tacciono l
e porte chiuse, come chiusi per sempre sono i tuoi occhi.

Il vento d'autunno ha steso sul cortile un tappeto di foglie morte.
Nel buio della notte è un punto nero nell'oscurità, nessuna luce illumina più le finestre.
E un senso di vuoto e di freddo riempie il cuore.
La percezione di qualcosa finito per sempre. Eri la mia famiglia.
Voglio ricordati, con la camicia buona della domenica sotto al pullover turchese, il nodo della cravatta un po' allentato, il profumo della barba appena rasata e quel sorriso sereno sul volto, con gli occhi rimpiccioliti e tristi che parlavano per te che eri rimasto senza le parole.
Una vita spesa tra lavoro, fatica e sacrifici per la famiglia. 

Vorrei dirti quanto ti voglio bene, ma il tempo è scaduto...                Grazie di tutto.
Fai buon viaggio papà, la mamma ti starà aspettando e quando arriverai di certo ti dirà:

"Sei arrivato Valentino..."
© Eugenì Effe  Tutti i diritti sono riservati

lunedì 5 novembre 2012

                                I MOCASSINI DI MICHAEL

-Michael un giorno gli aveva detto:
"Non il guanto bianco, è solo per Billie Jean."
Dunque prese la sua giacca preferita, quella bianca di perle usata ai Grammy del 1993, sul cuore una spilla a croce, in mano gli inseparabili 
occhiali da aviatore.
E, ai piedi, i mocassini non lucidati.-
The King of Style - Dressing Michael Jackson - by Michael Bush  

LA MORTE NON E' NIENTE

La morte non è niente.
Sono solamente passato dall'altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano 
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!    
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che sempre ha avuto:
è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza.
Perchè dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente,
solo perchè sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo.
Rassicurati, va tutto bene. 
Ritroverai il mio cuore,
ne ritroverai la tenerezza purificata.   
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace.
Henry Scott Holland  

                        Attimo di farfalla
                Le farfalle hanno una vita breve...                              ma anche la vita umana                                           vola via in un attimo...

LA SCATOLA

La storia ebbe inizio molto tempo fa,
quando un uomo punì sua figlia di cinque anni
per la perdita di un oggetto di valore
ed il denaro in quel periodo era poco.
Era il periodo di Natale, la mattina successiva
la bambina portò un regalo e disse: "Papà è per te".
Il padre era visibilmente imbarazzato,
ma si arrabbiò moltissimo quando,
aprendo la scatola, vide che dentro non c'era nulla.
Disse in modo brusco: "Non lo sai che quando si fa un regalo,
si presuppone che nella scatola ci sia qualcosa?".
La bimba lo guardò dal basso verso l'alto e con le lacrime
agli occhi disse:"Papà,...non è vuota.
Ho messo dentro tanti baci per te fino a riempirla".
Il padre si sentì annientato, si inginocchiò, mise le braccia al collo
della sua bimba e le chiese perdono.
Per tutto il resto della sua vita, il padre tenne sempre la scatola
vicino al suo letto e quando si sentiva scoraggiato o in difficoltà,
apriva la scatola e tirava fuori un bacio immaginario ricordando
l'amore che la bambina ci aveva messo dentro.....
 
Ognuno di noi ha una scatola piena di baci,
è amore incondizionato, dei nostri figli, amici e Dio.

Anonimo 




FARFALLE DI PENSIERI

Una folata di vento spettina i pensieri,
che volano via come farfalle
e quando si posano diventano parole...