lunedì 26 dicembre 2016
domenica 25 dicembre 2016
Quello che conta non sarà sotto l'albero,
non verrà incartato e non ha prezzo.
Quello che conta lo troverai nell'aria
in un abbraccio
in un semplice sorriso
in uno sguardo
o un bacio.
Questo è il mio augurio: un Natale colmo
di cose che contano
che possano arrivare al cuore
ed abbracciare la nostra anima.
non verrà incartato e non ha prezzo.
Quello che conta lo troverai nell'aria
in un abbraccio
in un semplice sorriso
in uno sguardo
o un bacio.
Questo è il mio augurio: un Natale colmo
di cose che contano
che possano arrivare al cuore
ed abbracciare la nostra anima.
Silvana Stremiz
martedì 19 luglio 2016
...Nizza
Venerdì mattina ho sentito la notizia, e subito ho pensato a voi, ma immediatamente ho allontanato il pensiero -No, non è possibile...-
Cara amica di lunga data, mi mancherai. Mi mancherete.
Non ho parole che quella Nizza che tanto amavi, vi abbia portato via così.
Ciao Graziella. Ciao Mario.
Venerdì mattina ho sentito la notizia, e subito ho pensato a voi, ma immediatamente ho allontanato il pensiero -No, non è possibile...-
Poi, quel telefonino sinistramente muto...
Oggi, ti ricordo questa primavera, alla Galleria del Corso, nella tua Milano, venirci incontro sorridente.
Sembravi
una ragazzina nel tuo vestito di chiffon, le immancabili ballerine ai
tuoi piedi da Cenerentola, al braccio del tuo Cavaliere.
Sempre pronta al sorriso, ricca di cultura ed eleganza innata. Cara amica di lunga data, mi mancherai. Mi mancherete.
Non ho parole che quella Nizza che tanto amavi, vi abbia portato via così.
Ciao Graziella. Ciao Mario.
domenica 14 febbraio 2016
ma a chi ti guarda negli occhi e tace. Jim Morrison
Ogni persona che passa nella nostra vita è unica.
Sempre lascia un po' di se e si porta via un po' di noi.
Ci sarà chi si è portato via molto,
ma non ci sarà mai chi non avrà lasciato nulla.
Questa è la più grande responsabilità della nostra vita
e la prova evidente che due anime non si incontrano per caso.
Sempre lascia un po' di se e si porta via un po' di noi.
Ci sarà chi si è portato via molto,
ma non ci sarà mai chi non avrà lasciato nulla.
Questa è la più grande responsabilità della nostra vita
e la prova evidente che due anime non si incontrano per caso.
domenica 7 febbraio 2016
Il Ponte dell'Arcobaleno
Quando muore una bestiola che
sulla terra è stata molto cara a qualcuno, questa bestiola va al Ponte
dell'Arcobaleno. Ci sono
prati e colline dove i nostri amici speciali possano
correre e giocare
insieme. C'è tanto cibo, acqua e sole, sono al caldo e stanno
bene. Quelli che erano
vecchi e malati ora sono sani e forti. Quelli che erano feriti o
storpi sono di nuovo vigorosi e pieni di vita, come noi li ricordiamo nei tempi
passati. Sono felici e
contenti, tranne che per una piccola cosa: ognuno di loro sente la
mancanza di qualcuno
molto amato, qualcuno che hanno dovuto lasciare indietro...
Ma ci sono anche animali che non aspettano
nessuno, nessun essere umano che sulla terra li abbia amati e protetti. Cuccioli
nati e morti nei canili, cagnolini che hanno passato vite
infelici legati in giardino ed altri che sono stati maltrattati.
Succede
che sulla terra accadano gravi disgrazie, e tante persone lasciano la
terra molto prima del loro momento, ed arrivano al Ponte dell'Arcobaleno
tante anime, tutte insieme. Allora, tutte le bestiole che sentono il
dolore degli umani, adottano un umano da consolare. I cuccioli
morbidosi accolgono i piccini, i cagnoloni accolgono gli uomini di
taglia forte, e così via. Tutti gli animali che
sulla terra non hanno mai
ricevuto una parola gentile o una carezza sulla testa, vorranno bene a
qualunque umano avrà bisogno d'amore... e intanto aspettano al Ponte dell'Arcobaleno correndo e giocando insieme. Un giorno, uno di essi improvvisamente si
ferma e guarda lontano,
verso l'orizzonte. I
suoi occhi lucidi sono attenti e trema per l'impazienza. La bestiola si
stacca dal gruppo e
comincia a correre, quasi vola sul prato verde, sempre più veloce.
Ti ha
riconosciuto e
ti corre incontro, e quando finalmente sarete insieme, vi stringerete in un abbraccio pieno
di gioia, per non
lasciarvi più. Una pioggia di baci felici bagnerà il tuo viso. Le tue
mani accarezzeranno di
nuovo l'amata testolina, rivedrai i suoi occhietti che ti guardano fiduciosi, stringerai al petto la bestiola da tanto tempo
lontano dalla tua vita ma mai assente dal tuo cuore.
Allora insieme attraverserete il Ponte dell'Arcobaleno...
lunedì 1 febbraio 2016
I giorni della Merla
Una vecchia leggenda nacque in tempi assai lontani, quando Gennaio aveva solo 28 giorni. Si narra che Gennaio fosse un mese scherzoso e un po’ invidioso, in modo particolare di una Merla, che ammirava molto, per il suo grande becco giallo e per le penne bianchissime.
Per questo Gennaio si divertiva a tormentarla.
Ogni volta che la Merla usciva in cerca di cibo, Gennaio scatenava una violenta bufera di neve e vento.
Stanca di tutto questo, un giorno la Merla andò da Gennaio e gli chiese:” Amico mio potresti durare un po’ di meno?”.
Ma Gennaio, orgoglioso com'era rispose: “E no, carissima proprio non posso. Il calendario è quello che è, e a me sono toccati 28 giorni.”
A questa risposta la Merla decise di farsi furba e l’anno seguente fece una bella scorta di cibo che stipò nel suo nido.
Passavano i giorni freddi, e la Merla con la sua scorta di provviste, non aveva necessità d'uscire in cerca di cibo, e restò al riparo tutti i 28 giorni.
Trascorsi i 28 giorni, la Merla uscì e cominciò a prendere in giro Gennaio: “Eh caro mio, quest’anno sono stata proprio bene, sempre al calduccio, e tu non hai potuto farmi i dispetti e congelarmi il becco nemmeno un giorno.”
A sentire quelle parole, Gennaio se la prese così tanto che andò dal fratello Febbraio, che vantava ben 31 giorni, e gli chiese in prestito 3 giorni.
Il fratello dubbioso domando: “Cosa vuoi farne? “
E Gennaio rispose: “Voglio vendicarmi di una Merla impertinente. Stai a vedere”.
E così Gennaio tornò sulla terra e scatenò una tremenda bufera di neve che durò per tutti i 3 giorni.
La povera Merla, che era andata in giro a far provviste, per il forte vento non riuscì nemmeno a tornare al suo nido. Trovato il comignolo di un camino, vi si rifugiò in cerca di un po’ di tepore.
Trascorsi quei freddissimi 3 giorni uscì dal comignolo sana e salva ma le sue candide piume erano diventate tutte nere a causa del fumo e della fuliggine.
Da allora Gennaio ha sempre 31 giorni e i merli hanno sempre le piume nere.
Gli ultimi tre giorni del mese di gennaio, il 29, 30 e 31, sono chiamati per tradizione, “I giorni della Merla”, ad indicare uno tra i periodi più freddi dell’inverno.
Sono molte le versione che spiegano l’origine di questa leggenda, alcune simili altre assai diverse, ma in tutte la protagonista è una Merla.
Una vecchia leggenda nacque in tempi assai lontani, quando Gennaio aveva solo 28 giorni. Si narra che Gennaio fosse un mese scherzoso e un po’ invidioso, in modo particolare di una Merla, che ammirava molto, per il suo grande becco giallo e per le penne bianchissime.
Per questo Gennaio si divertiva a tormentarla.
Ogni volta che la Merla usciva in cerca di cibo, Gennaio scatenava una violenta bufera di neve e vento.
Stanca di tutto questo, un giorno la Merla andò da Gennaio e gli chiese:” Amico mio potresti durare un po’ di meno?”.
Ma Gennaio, orgoglioso com'era rispose: “E no, carissima proprio non posso. Il calendario è quello che è, e a me sono toccati 28 giorni.”
A questa risposta la Merla decise di farsi furba e l’anno seguente fece una bella scorta di cibo che stipò nel suo nido.
Passavano i giorni freddi, e la Merla con la sua scorta di provviste, non aveva necessità d'uscire in cerca di cibo, e restò al riparo tutti i 28 giorni.
Trascorsi i 28 giorni, la Merla uscì e cominciò a prendere in giro Gennaio: “Eh caro mio, quest’anno sono stata proprio bene, sempre al calduccio, e tu non hai potuto farmi i dispetti e congelarmi il becco nemmeno un giorno.”
A sentire quelle parole, Gennaio se la prese così tanto che andò dal fratello Febbraio, che vantava ben 31 giorni, e gli chiese in prestito 3 giorni.
Il fratello dubbioso domando: “Cosa vuoi farne? “
E Gennaio rispose: “Voglio vendicarmi di una Merla impertinente. Stai a vedere”.
E così Gennaio tornò sulla terra e scatenò una tremenda bufera di neve che durò per tutti i 3 giorni.
La povera Merla, che era andata in giro a far provviste, per il forte vento non riuscì nemmeno a tornare al suo nido. Trovato il comignolo di un camino, vi si rifugiò in cerca di un po’ di tepore.
Trascorsi quei freddissimi 3 giorni uscì dal comignolo sana e salva ma le sue candide piume erano diventate tutte nere a causa del fumo e della fuliggine.
Da allora Gennaio ha sempre 31 giorni e i merli hanno sempre le piume nere.
Gli ultimi tre giorni del mese di gennaio, il 29, 30 e 31, sono chiamati per tradizione, “I giorni della Merla”, ad indicare uno tra i periodi più freddi dell’inverno.
Sono molte le versione che spiegano l’origine di questa leggenda, alcune simili altre assai diverse, ma in tutte la protagonista è una Merla.
sabato 23 gennaio 2016
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